La Chiesa

 

Anticamente denominata Santa Caterina Novella, la Chiesa di San Biagio è legata alla presenza sul territorio dell’ordine monastico degli Olivetani, chiamati Bianchini dai galatinesi per via del caratteristico abito bianco.
L’inizio della costruzione del monastero e della prima chiesa risale al 1507.
La fabbrica del nuovo complesso sacro, assai costosa, si protrasse per circa 130 anni su un progetto iniziale poi ripreso e aggiornato nel 1612 da Marcello da Lecce e da Pietro Antonio Pugliese da Galatina.
Secondo lo storico Secundo Lancellotto (inizi XVII sec.) tra tutti i monasteri olivetani questo era il più illustre per beni temporali e spirituali. La maestosità del tempio, fatto costruire su una piccola alzata a nord della città, attesta un sentire in grande tipico dell’epoca; mentre i rapporti con le istituzioni civili si caratterizzarono per un frequente stato di tensione.
La chiesa nel 1892 fu affidata alla cura di una appena nata Confraternita di S. Biagio e al sacerdote Can. D. Pietro Sabella (+15 aprile 1901), primo rettore di questo luogo sacro che i galatinesi inizieranno a chiamare col titolo S. Biagio accanto a quello popolare dei Bianchini.
Durante la Grande Guerra e il II Conflitto Mondiale essa fu adibita ad alloggio delle truppe e a deposito del loro vettovagliamento (le tracce di ciò sono emerse nel corso dei restauri 2004/05).
Un contributo notevole alla rinascita della Chiesa fu dato nella prima metà del ‘900 dalla Confraternita della Sacra Famiglia che, in una fase di crisi della Confraternita S.Biagio, si trasferì (anni ’30) dalla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a San Biagio
dove tuttora risiede.
Il 12 febbraio 1970 l’arcivescovo di Otranto Mons. Nicola Riezzo la elevò a parrocchia affidandone la cura a don Salvatore Bello.

Oggi il parroco è don Pietro Mele, già parroco di San Sebastiano Martire in Galatina e responsabile della Pastorale Familiare della Diocesi di Otranto.